Obiettivi politici

Voglio portare tutti con me sulla strada che conduce al futuro digitale. Il mondo digitale potrà diventare più giusto solo se riusciremo a coinvolgere nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi fasce sociali quanto più numerose e diverse possibili.

 

Oggi questa giustizia manca. Molte applicazioni rafforzano discriminazioni reali, per esempio contro le donne, le persone di colore, i poveri e le persone con disabilità. Che si tratti della ricerca di un lavoro o di un alloggio, della probabilità di recidiva degli autori di reati o di qualunque altra cosa, le macchine non decidono in maniera neutrale. Mancano serie di dati equilibrati e team di sviluppatori con una composizione eterogenea. Occorre pertanto definire regole etiche. La digitalizzazione potrà allora offrire nuove opportunità per una società più aperta, partecipativa e non discriminatoria.

 

Attualmente sto preparando una risoluzione per il gruppo Verdi/ALE nel Parlamento europeo in cui chiediamo a Ursula von der Leyen di garantire che l’intelligenza artificiale non acuisca le discriminazioni esistenti e che sia accertata la neutralità dei dati di addestramento. La futura presidente della Commissione ha annunciato per i primi 100 giorni un quadro giuridico per la disciplina degli aspetti etici dell’intelligenza artificiale. Si tratta della prima iniziativa al mondo di questo tipo e intendo dare il mio contributo. Bruxelles stabilisce l’agenda per la maggior parte delle questioni digitali ed è importante che l’Europa affermi i suoi valori democratici anche in campo tecnologico. A lungo termine ciò creerebbe un vantaggio competitivo per l’industria, che potrà distinguersi dai concorrenti cinesi e americani con la sua “IA made in Europe”, caratterizzata da protezione dei dati e non discriminazione by design (ossia già in fase progettuale).

Sono lieta che il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo abbia fatto della digitalizzazione una questione prioritaria per questa legislatura. In tal modo potremo realizzare ancora di più. Mi aspetto molto anche dalla collaborazione con la Commissaria responsabile per il digitale Margrethe Vestager, la quale ha già annunciato che si occuperà di pregiudizi di genere (Gender Bias), ossia degli effetti distorsivi legati al genere.

 

Oltre all’intelligenza artificiale, uno dei maggiori progetti parlamentari di questa legislatura è per me la regolamentazione delle piattaforme, il Digital Services Act. Tale normativa disciplinerà per la prima volta i diritti degli utenti delle grandi piattaforme online. Abbiamo bisogno di regole chiare contro l’incitamento all’odio e di una stringente azione penale da parte delle autorità, e non, come attualmente accade, dell’azione di censura esercitata privatamente dai giganti tecnologici americani. Qui trovate le finalità più importanti di questa normativa, insieme alle mie richieste. All’ordine del giorno figurano anche molti altri temi, come il microtargeting e il bilancio di genere. Discutiamone insieme! Sarò lieta di ricevere i vostri suggerimenti in colloqui personali, a Bonn o a Bruxelles, sui social media e con qualunque altro mezzo.

 

La vostra Alexandra Geese